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Italicum e Rosatellum: per la Consulta sono inammissibili i conflitti di attribuzione

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Italicum e Rosatellum: per la Consulta sono inammissibili i conflitti di attribuzione

Dal comunicato stampa della Corte Costituzionale emerge che, il 12 dicembre 2017 nella camera di consiglio, la Consulta ha discusso, in sede preliminare di ammissibilità, quattro conflitti di attribuzione riguardanti le procedure di approvazione delle leggi elettorali c.d. Italicum e Rosatellum.

Inammissibilità dei conflitti. I primi tre conflitti sono stati presentati da diversi soggetti qualificati come elettori, soggetti politici, parlamentari e rappresentati di un gruppo parlamentare.

La Corte Costituzionale ha affermato che «nessuno dei tre ricorsi individua in modo chiaro e univoco né la qualità in cui i ricorrenti si rivolgono alla Corte né le competenze eventualmente lese né l’atto impugnato». In poche parole, secondo la Consulta, le gravi carenze degli atti introduttivi dei ricorsi impediscono di deliberare nel merito delle questioni.

Per questi motivi il Giudice delle leggi ha deciso di dichiarare l’inammissibilità dei conflitti.

Qualifica dei ricorrenti. Il quarto ricorso è stato proposto congiuntamente dal Codacons, da un cittadino elettore e da un senatore contro il Governo per aver posto la questione di fiducia, alla Camera dei deputati, durante l’iter di approvazione del Rosatellum.

La valutazione preliminare della Corte Costituzionale si è conclusa, per ragioni analoghe alle precedenti, nella dichiarazione di inammissibilità del conflitto.

Infine la Consulta ha osservato che «posto che un senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il Governo, per di più lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera dei deputati, nessuno dei ricorrenti è, nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato».