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Revoca della patente: non basta più la condanna per attivare la misura

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Revoca della patente: non basta più la condanna per attivare la misura

Lo ha chiarito il Ministero dell’interno con la circolare n. 5210 del 28 marzo 2018.

Stupefacenti e patente di guida. La Corte costituzionale con la sentenza n. 22 del 9 febbraio 2018 ha affermato la natura discrezionale del provvedimento prefettizio di revoca della patente adottato per motivi di produzione o spaccio di droga. Specificando però che la condanna per questi fatti può riguardare reati di diversa natura e dunque prima di adottare la revoca occorrerà verificare in concreto la situazione di pericolo per la pubblica sicurezza richiesta dalla legge.

Dunque d’ora in poi non potranno più essere adottati provvedimenti di revoca della patente per motivi di droga senza dettagliate motivazioni sulla singola determinazione. La sentenza di condanna da sola non basta, prosegue il Viminale.

Andranno valutate le singole decisioni giudiziali «onde conoscere aspetti del comportamento illecito tenuto dai condannati utili a corroborare la prognosi di pericolosità». Per esempio occorrerà verificare se i reati riferiti al testo unico sugli stupefacenti siano stati commessi con l’uso di veicoli a motore o cagionando sinistri.

Occorrerà cioè adottare un giudizio di pericolosità attuale del soggetto condannato, conclude la circolare.