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Una novità lungimirante per gli iscritti alle casse di previdenza

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Una novità lungimirante per gli iscritti alle casse di previdenza

Per i dettagli bisognerà attendere la prossima legge di stabilità ma si tratterà di un veicolo pubblico (Invitalia) sul quale far convergere parte del risparmio gestito e, in particolare, i capitali delle Casse previdenziali, con la garanzia dello Stato.

Da tempo io andavo auspicando, per gli investimenti mobiliari delle Casse di previdenza dei professionisti, l’emissione da parte dello Stato di un’obbligazione dedicata con reddittività concordata in base ai bilanci tecnici delle Casse e con la garanzia dello Stato.

Il progetto guarda, evidentemente, all’interesse degli iscritti alle Casse di previdenza e al loro futuro previdenziale e allo sviluppo del paese Italia. È in questo quadro generale che può aprirsi un ampio spazio di manovra per gli Investitori Istituzionali Italiani per conseguire un duplice scopo: quello di cominciare davvero a essere attori protagonisti del finanziamento all’economia reale del Paese e di accedere a rendimenti minimi garantiti. Questo secondo aspetto si coniuga perfettamente con la caratteristica di investitori di lungo periodo, potendo quindi dedicare una percentuale dei propri portafogli a investimenti di lungo termine che, in un contesto macroeconomico profondamente mutato soprattutto per le tradizionali asset class, aggiungano rendimenti costanti contribuendo al pagamento delle prestazioni agli aderenti.

Il progetto, temo, non piacerà al management delle Casse e, parallelamente, all’industria finanziaria e anche a molti iscritti poco lungimiranti come ho già visto sui social già pronti ad alzare barricate ma, a mio giudizio, va nella giusta direzione ottimizzando gli investimenti con la garanzia della redditività minima necessaria in base ai bilanci tecnici delle Casse e soprattutto con la garanzia dello Stato sui capitali investiti senza considerare il notevole risparmio di spese.

La strada è quella giusta, basta accelerare.

Nessun esproprio strisciante e nessun attacco alla autonomia delle Casse ma una opportunità, se sarà nel senso descritto, da cogliere al volo.

Altra cosa era l’investimento nel fondo Atlante che piaceva alle Casse, almeno agli inizi prima delle barricate degli iscritti, pur se privo di alcuna garanzia da parte dello Stato.