Sul tavolo del Consiglio dei Ministri la riforma dell’ordinamento penitenziario
Si è tenuto ieri a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri n. 71 durante il quale il Governo ha approvato in via preliminare tre decreti legislativi in attuazione della riforma dell’ordinamento penitenziario di cui all’art. 1 l. n. 103/2017.
Vita carceraria. Il primo dei decreti approvati mira al miglioramento della vita carceraria attraverso norme volte al rispetto della dignità umana «mediante la responsabilizzazione dei detenuti e la massima conformità della vita penitenziaria a quella esterna (comma 85, lettera r), introducendo disposizioni per l’adeguamento degli edifici penitenziari». Viene inoltre previsto un incremento delle opportunità di lavoro retribuito, sia intramurario che esterno, delle attività di volontariato individuale e di reinserimento sociale, oltre alla possibilità per l’amministrazione penitenziaria di organizzare e gestire attività di produzione di beni o servizi attraverso attività lavorative orientate all’autoconsumo.
Condannati minorenni e giovani adulti. Il Governo ha approvato, sempre in via preliminare, il decreto legislativo che disciplina l’esecuzione delle pene nei confronti di condannati minorenni e giovani adulti, ovvero coloro i quali non abbiano ancora compiuto i 25 anni. Per tali soggetti viene previsto un peculiare percorso educativo e di reinserimento sociale nel quale punto fondamentale sono le misure penali di comunità e l’individualizzazione del trattamento per contemperare le esigenze sanzionatorie e di sicurezza con le istanze pedagogiche.
Giustizia ripartiva e mediazione reo-vittima. Infine, con un terzo decreto legislativo, il Governo ha introdotto nell’ordinamento penitenziario gli innovativi istituti della giustizia ripartiva, attuata mediate convenzioni e protocolli tra Ministero della Giustizia ed Enti territoriali, e della mediazione reo-vittima.
Servizio civile universale. Infine, tra gli altri provvedimenti approvati ieri del Consiglio dei Ministri, si sottolinea il decreto legislativo concernente l’istituzione e la disciplina del servizio civile universale a norma dell’art. 8 l. n. 106/2016. Il testo, anch’esso approvato in via preliminare, è finalizzato a migliorare le funzionalità di alcuni organismi operanti nel sistema con la Rappresentanza degli operatori volontari e la Consulta nazionale per il servizio civile universale. Viene riconosciuto alle Regioni un ruolo maggiore nella fase di approvazione del Piano triennale e dei Piani annuali, prevedendo che, prima della stessa approvazione, debba essere acquisita l’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.