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Il Governo ha approvato il decreto sostegni. Ma per gli avvocati non è sufficiente

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Il Governo ha approvato il decreto sostegni. Ma per gli avvocati non è sufficiente

Come annunciato, l’approvazione dell’atteso decreto sostegni è arrivata venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri. Il decreto legge, approvato su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro dell’Economia e delle finanza Daniele Franco e del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, prevede «misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriale, connesse all’emergenza da COVID-19».

Con uno stanziamento di circa 32 miliardi di euro, cifra già autorizzata dal Parlamento come scostamento di bilancio, il testo mira a potenziare gli strumenti di contagio dell’epidemia e a contenere l’impatto sociale ed economico delle misure di prevenzione adottate. Gli interventi previsti si articolano in 5 ambiti principali.

Sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore

Come riporta il comunicato stampa diffuso dal Governo «si prevede un contributo a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate. Per tali interventi, lo stanziamento complessivo ammonta a oltre 11 miliardi di euro».

I soggetti beneficiari sono i titolari di partita IVA residenti o stabiliti nel territorio dello Stato che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario (art. 32 TUIR), nonché gli enti non commerciali e del terzo settore.

Restano invece esclusi i soggetti la cui attività risulti cessata alla data di entrata in vigore del Decreto Sostegni; i soggetti che hanno attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto; gli enti pubblici di cui all’art. 74 TUIR e gli intermediari finanziari e società di partecipazione di cui all’art. 162-bis TUIR.

La condizione da soddisfare per richiedere il nuovo contributo è aver subito perdite di fatturato e dei corrispettivi, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30%, calcolato sul valore medio mensile.

Chi ha attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza dei requisiti legati al calo del fatturato.

Il contributo prevede 5 fasce di ristoro basate sul fatturato 2019, il parametro di calcolo è il calo medio mensile a cui si applica una percentuale che decresce all’aumentare del fatturato. In pratica il contributo si calcola applicando la percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 e l’ammontare medio mensile del medesimo parametro relativo all’anno 2019.

In ogni caso, tale importo non potrà essere inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per gli altri soggetti e non potrà essere superiore a 150mila euro.

Per il sostegno alle attività d’impresa di specifici settori, sono inoltre previsti:

– un Fondo per il turismo invernale;

– l’aumento da 1 a 2,5 miliardi dello stanziamento per il Fondo per l’esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti;

– la proroga del periodo di sospensione delle attività dell’agente della riscossione fino al 30 aprile 2021.

Per il sostegno alle imprese, è inoltre previsto un intervento diretto a ridurre i costi delle bollette elettriche.

Dal mondo dell’avvocatura si è alzata la voce di AIGA che con una nota ha manifestato insoddisfazione per il testo del nuovo decreto legge, ribattezzandolo «decreto briciole». In particolare, riportando le parole del Presidente De Angelis, «siamo molto delusi dal metodo di calcolo dei contributi. Al di là di tanti giri di parole, il contributo è infatti pare al 5% della perdita di fatturato tra il 2019 e il 2020. A buona parte dei liberi professionisti, ed in particolare agli avvocati, arriverà un contributo di mille euro, il minimo previsto». Concludendo, il Presidente ha annunciato «forti iniziative di protesta».

Lavoro e contrasto alla povertà

Diverse sono le misure previste dal decreto in questo ambito. Nel dettaglio:

– la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno 2021;

– la proroga della Cassa integrazione guadagni;

– il rifinanziamento, per 400 milioni di euro, del Fondo sociale per occupazione e formazione;

– una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile tra i 1.200 e i 3.600 euro per i lavoratori sportivi;

– il rifinanziamento nella misura di 1 miliardo di euro, del fondo per il Reddito di Cittadinanza, al fine di tenere conto dell’aumento delle domande;

– il rinnovo, per ulteriori tre mensilità, del Reddito di emergenza e l’ampliamento della platea dei potenziali beneficiari;

– l’incremento di 100 milioni di euro del Fondo straordinario per il sostegno degli enti del terzo settore;

– la proroga degli interventi per i lavoratori in condizioni di fragilità.

Salute e sicurezza

In tale ambito, le misure approvate dal Governo prevedono:

– un ulteriore finanziamento di 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini e di 700 milioni per l’acquisto di altri farmaci anti-COVID;

– la possibilità che aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale ricorrano allo svolgimento di prestazioni aggiuntive da parte di medici, infermieri e assistenti sanitari dipendenti, anche in deroga ai limiti vigenti in materia di spesa per il personale;

– il coinvolgimento delle farmacie nella campagna vaccinale;

– un sostegno al personale medico e sanitario, compreso quello militare;

– la proroga al 31 maggio 2021 della possibilità di usufruire di strutture alberghiere o ricettive per ospitarvi persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, laddove tali misure non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata.

Enti territoriali e interventi settoriali

Per gli enti locali è previsto un sostegno per la fissione del gettito pari a circa 1 miliardo di euro per Comuni e Città metropolitane sul 2021. Per Regioni a statuto speciale e Province autonome di prevede un intervento parti a 260 milioni, mentre 1 miliardo è stato stanziato per le Regioni a statuto ordinario per il rimborso delle spese sanitarie sostenute nel 2020.

Tra gli interventi settoriali, rientrano:

– un sostegno alle attività didattiche a distanza o integrate;

– il rifinanziamento dei fondi previsti dalla legislazione in vigore per cultura, spettacolo, cinema e audiovisivo;

– il rifinanziamento dei fondi per la funzionalità delle forze di polizia e delle forze armate;

un sostegno dedicato alle imprese del settore fieristico;

– un fondo da 200 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo e alla produzione di nuovi farmaci e vaccini per fronteggiare le patologie infettive in ambito nazionale;

– un fondo da 200 milioni di euro, presso il Ministero dello sviluppo economico, per il sostegno alle grandi imprese in crisi a causa della pandemia, con l’esclusione di quelle del settore bancario e assicurativo;

– l’istituzione, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, di un Fondo da 200 milioni di euro per l’anno 2021, da ripartire tra Regioni e Province autonome sulla base della proposta dagli stessi enti, da destinare al sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite, incluse le attività commerciale o di ristorazione operanti nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati;

– l’ulteriore finanziamento, del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Qui le slide sul decreto sostegni