Italian Italian English English Arabic Arabic
Search

‘La Mafia se sienta a la mesa’, stereotipo che offende l’Italia e l’UE: il marchio è nullo

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News  > ‘La Mafia se sienta a la mesa’, stereotipo che offende l’Italia e l’UE: il marchio è nullo

‘La Mafia se sienta a la mesa’, stereotipo che offende l’Italia e l’UE: il marchio è nullo

È quanto deciso dalla EU:T:2018:146, T-1/17 del 15 marzo 2018 conforme all’analoga CEDU Sekmadienis LTD c. Lituania del 30/1/18 (nella rassegna del 2/2/18): l’uso di immagini sacre nella pubblicità, se non incitano all’odio ed alla violenza, come nella fattispecie, è una libera espressione.

Il caso. Una ditta spagnola “La Mafia Franchises” SL, attiva nel settore della ristorazione, chiese la registrazione del marchio «la Mafia se sienta a la mesa (la mafia siede a tavola, nda)» e dei relativi segni grafici (scritta bianca su sfondo nero con una rosa rossa in primo piano), ma l’EIUPO (Ufficio dell’UE per la tutela della proprietà intellettuale) la rifiutò, perché l’uso del termine mafia, lemma dal forte carattere evocativo, è contrario all’ordine pubblico ed al buon costume.

La società negò il carattere offensivo, perché nella sua intenzione il marchio era ispirato ai valori di famiglia e convivialità veicolati dalla sagra cinematografica de Il Padrino, cui era ispirato.

Per l’EUIPO invece esso da un lato «promuoveva manifestamente l’organizzazione criminale conosciuta con il nome di Mafia e, dall’altro, che l’insieme degli elementi verbali del marchio contestato trasmetteva un messaggio di convivialità e banalizzazione dell’elemento verbale “mafia”, deformando così la serietà veicolata dallo stesso».

La società ha impugnato invano il diniego. È intervenuto anche il nostro Governo che ha ribadito come il marchio in parola fosse volto «a suscitare sentimenti profondamente negativi, aveva come effetto di “manipolare” l’immagine positiva della gastronomia italiana e banalizzare il senso negativo di tale elemento».

No all’uso del lemma “mafia” nei marchi. È, purtroppo, prassi comune usare stereotipi legati alla mafia per screditare l’Italia (copertina di Der Spiegel di alcuni anni fa e l’analoga iniziativa di un pub austriaco).

Secondo il Tribunale UE, non si possono registrare marchi contrari a motivi imperativi, fortemente offensivi etc. anche se la percezione di ciò deve essere parametrata al pubblico di riferimento cui è rivolto: la percezione di un simbolo non è uniforme in tutta l’UE, ma varia per ragioni linguistiche, storiche e socio-culturali. Nel caso del riferimento alla mafia la percezione è però ovunque negativa, visto che le sue attività sono estese a tutta l’UE: la percezione negativa ed il carattere fortemente offensivo del marchio e dell’uso del termine mafia non vengono meno per la ricca letteratura (libri, film etc.) ed il suo uso in alcuni marchi regolarmente registrati in Italia.

Infatti il sistema di registrazione dei marchi nazionali ha proprie regole ed è autonomo da quello comunitario, che è privo di discrezionalità: deve obbligatoriamente negare la registrazione di marchi che sono contrari al buon costume, all’ordine pubblico, fortemente offensivi etc.

Il Tribunale dell’UE rileva che la mafia opera a livello transnazionale e costituisce una seria minaccia non solo per l’Italia, ma anche per l’UE come, per altro dimostrato, da recenti fatti di cronaca nera estera. È nota la percezione negativa che l’Italia ha della mafia, dimostrata anche dall’importanza della lotta alla stessa, dalle norme repressive del nostro ordinamento e «corroborata dalla presenza nel territorio di detto Stato di molteplici organismi pubblici specificamente investiti del compito di perseguire e reprimere le attività illecite della Mafia e dalla presenza di associazioni private che sostengono le vittime di tale organizzazione» (EU:T:2011:498 che ha negato l’analoga registrazione di un marchio col vessillo sovietico).

La mafia non è un valore. Il Tribunale rileva come la rosa rossa tradizionalmente è percepita dal pubblico come un simbolo di concordia e di amore, la tavola come uno di svago e di ritrovo familiare, ma questi valori non sono associabili al marchio contestato, poiché esaltano la famiglia mafiosa (Padrino) e l’organizzazione stessa, come sopra detto, tramite una banalizzazione delle sue attività criminali e degli attacchi da essa sferrati a valori fondamentali su cui si basa l’UE (Carta di Nizza etc.). Si tratta di una chiara mistificazione ed una manipolazione del pubblico.

In breve il Tribunale ribadisce che, alla luce di tutto ciò, detto marchio è di natura tale da scioccare o offendere non solo le vittime di questa organizzazione criminale e le loro famiglie, ma anche chiunque all’interno dell’UE, vedendolo, abbia un normale grado di sensibilità e tolleranza. Ergo deve essere dichiarato nullo.