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Riforma della prescrizione: odi et amo

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Riforma della prescrizione: odi et amo

Il mese scorso, il Guardasigilli Alfonso Bonafede, durante l’interrogazione della Camera, chiamato a rispondere sulla questione inerente la riforma della prescrizione affermava che «gli effetti dello stop alla prescrizione si produrranno realisticamente tra alcuni anni. C’è tutto il tempo per portare a regime la riforma del processo penale e gli investimenti già partiti così da creare un sistema giustizia più efficiente e rapido».

CNF. Al riguardo, vista anche la particolarità e la delicatezza del tema, ha rilasciato alcune dichiarazioni anche il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Mascherin, sostenendo che «al di là delle dichiarazioni delle diverse forze politiche che, né prima né ora, hanno impedito l’entrata in vigore della norma sulla prescrizione, resta il necessario impegno dell’avvocatura tutta, e certamente del Cnf, nell’incessante e sempre dialettico confronto con il Governo e la politica, per la costruzione di una riforma del processo penale -ferma la necessità di proseguire con investimenti in mezzi e personale- che eviti le conseguenze derivanti dalla eliminazione della prescrizione non potendosi fare a meno di previsioni che fissino termini perentori per la durata delle indagini preliminari e delle diverse fasi processuali. Come già evidenziato dal Cnf in questi mesi, le soluzioni tecniche ci sono».

UCPI. È intervenuta sul punto anche la Giunta dell’Unione delle Camere Penali, la quale (dopo aver indicato come obiettivo politico prioritario dei penalisti italiani quello «dell’abrogazione della riforma della prescrizione in vigore dal primo gennaio 2020») ha sostenuto che, perdurando il silenzio del Ministro della Giustizia in ordine alla propria richiesta di «rendere noti, tramite l’Ufficio Statistica del Ministero di Giustizia, i dati fino ad oggi non a caso sistematicamente nascosti alla pubblica opinione e al Parlamento della Repubblica, che possano finalmente chiarire quali siano i reati che ogni anno si prescrivono nel nostro Paese, in modo da confermare o invece sconfessare la vulgata mistificatoria e populista che afferma essere la prescrizione lo strumento dei potenti e dei privilegiati per sottrarsi alla giustizia penale», adotterà ogni utile strumento di mobilitazione, proclamando «lo stato di agitazione degli avvocati penalisti italiani, a sostegno di questa campagna politica che, lungi dall’essersi conclusa, prosegue ora con obiettivi ancora più ambiziosi e determinati».